Nel pomeriggio di Capodanno, mi ritrovavo a riflettere, con un mio amico giornalista, sull’impatto e sulle motivazioni ultime delle rivoluzione green in Europa – si perché l’Europa è il Paese che sta trainando il cambiamento, e perché, Paesi che hanno un peso significativamente maggiore, non stanno facendo molto -, e del perché sembra che non si stia affatto considerando il costo sociale di questa operazione. Il costo sociale di una politica, è ben noto da tutti i manager, sia un aspetto importante da considerare in una strategia aziendale a lungo termine. Inoltre, gli addetti ai lavori, sono ben coscienti che la voce di massimo impatto nell’inquinamento globale, sia la digitalizzazione.

Sicuramente ci sono problematiche attuali per le quali c’è bisogno di una soluzione che arrivi in tempi brevi – pensiamo al riciclo delle plastiche – ma bisogna chiedersi perché si stia spingendo nell’intraprendere alcune strade tecnologiche, non del tutto condivisibili a livello scientifico.

In chiave ottimista, l’introduzione della carbon tax, ad esempio, potrebbe rappresentare un metodo di contrasto all’espansionismo cinese. Una tassa che tenga conto delle modalità di produzione di un prodotto. Tuttavia, la Cina e il sistema BRICS sono talmente popolati, che questo non costituirebbe un danno inestimabile. Al contrario di quello che invece la progressiva de-industrializzazione sta causando in Europa. Questa non è semplice “cinofobia”, ma il timore che un’invasione cinese potrebbe farci ritornare indietro, dal punto di vista dei diritti civili, soprattutto per le classi più deboli, di centinaia di anni.

Thank you to Edward Howell for the picture

L’interpretazione pessimista, è, invece, far abituare le persone a un graduale impoverimento: consumare meno – fino a lavarsi meno -, abitare in spazi sempre più ridotti – al limite del monolocale stile Renato Pozzetto -, utilizzare sempre meno l’automobile, e così via. Si potrebbe obiettare, che utilizzare meno l’automobile sia una cosa positiva. Dipende. Se la qualità dei trasporti pubblici è buona o eccellente, le persone saranno sempre più invogliate a utilizzare i trasporti pubblici. Ma applicare restrizioni e fornire trasporti pubblici fatiscenti o pericolosi – assenza di controllo – è una presa in giro.

Anche le relazioni uomo donna sono state impattate in maniera enorme, da molti anni ormai, da questo modello green moderno.

Poco tempo fa, ho avuto, a una cena a Londra, una conversazione molto interessante, con un uomo – sicuramente un privilegiato dal punto di vista finanziario, del mondo arabo -. Non citerò la nazionalità dato che è una persona nota. Era in vacanza con la famiglia – fratelli e sorelle inclusi – e le mogli. La famiglia è estremamente unita, i figli delle diverse mogli si vogliono molto bene. Ho conosciuto anche una delle mogli, una donna bella, simpatica, solare, allegra, e che si godeva con gioia la vita. Il segreto? L’uomo che riveste appieno il suo ruolo di figura che “protegge” la donna e che provvede al suo benessere. I figli delle diverse mogli si vogliono bene perché il ruolo dell’uomo che elargisce amore in tutte le forme – anche del benessere materiale – è esplicato al massimo. Nella società monogama pensiamo ad esempio che molte delle relazioni genitori figli si deteriorano perché i padri – non tutti, per carità – smettono di occuparsi dei figli. O ci sono anche i matrimoni fantoccio in cui questi uomini sposati pretendono di avere amanti giovani e belle, donando menzogne a livello emotivo e nulla a livello materiale, magari, con le mogli a casa che stirano anche i calzini di questi “uomini”.

Alla faccia del maschilismo, secondo lui ci sono, anche se non così diffuse nel suo Paese, delle donne di estrema forza e carisma, che si prendono cura delle diverse generazioni. Secondo lui, il vero uomo è proprio colui che sa donare e prendersi cura. Qual è stata invece la deriva occidentale? Partiamo dall’inizio. Ricordiamoci solo della rivoluzione economica green.

La rivoluzione femminista, come già spiegato in un altro articolo, parte con le migliori intenzioni: proteggere donne e bambini in una società che prevedeva diritti per loro e che normalizzava picchiare o trattare male i bambini.

L’altro aspetto positivo è la possibilità di accedere a qualsiasi livello di istruzione e poter esprimere il proprio talento – sebbene, in certi ambienti, siamo ancora lontanissimi da una situazione di egual rispetto / considerazione uomo donna -. Poi però la situazione è sfuggita di mano, o meglio si è trovato ancora il modo di schiacciare la donna, ma questa volta in maniera più subdola, ovvero, senza che ne sia consapevole.

È come se si fossero create due fazioni femminili. La donna che rinuncia alla sua realizzazione intellettuale – che non significa obbligatoriamente lavorare, bensì rendersi indipendente dal punto di vista finanziario e intellettuale, e vi darà la possibilità di poter scegliere ed essere rispettate -., figlia della povertà. E la donna super indipendente, che sceglie un uomo culturalmente e intellettualmente meno dotato, figlia di un padre assente. È noto che le donne mascoline siano create dagli uomini deboli Poi ci sono le realtà intermedie, che rispecchiano maggiormente la nostra società non a misura d’uomo, in cui le donne si barcamenano con una fatica enorme fra i due ruoli. E con un uomo accanto che è tutt’altro che il “provider” auspicato. Purtroppo, nonostante la celebrazione di questo modello dedito al sacrificio, vi sarà capitato anche a voi di interagire con elementi fortemente acidi e aggressivi. Questo è il risultato di vivere, senza alcuna consapevolezza, in una società “non armonica”.

L’altro elemento folle importato dagli Stati Uniti, è la celebrazione degli incontri occasionali in una società estremamente patriarcale, che di fatto, mira solo a togliere potere alla donna e al fornire facile accesso alla sessualità non a pagamento agli uomini, senza alcun vantaggio reale per la donna.

Le donne non sono programmate biologicamente per avere rapporti occasionali con chiunque e, in questa società, questo è spesso il risultato di problematiche interiori irrisolte.

Lo scopo ultimo dell’essere umano è amare e essere amati, e questi sono comportamenti che allontanano da questo sentimento e sovente impediscono il costruirne le basi.

Dato che il sesso è uno dei motori che muove il mondo, in una società in cui la donna si valorizzasse di più, in un contesto economico impoverito, si potrebbe arrivare facilmente all’anarchia totale o alla rivoluzione sociale.

Questa non è neanche la critica all’uomo, ma un monito a rendersi conto che spesso è proprio la società a non rendere possibile l’espressione dell’uomo nella sua vera essenza. Gli uomini femminili, che amano farsi mantenere dalle donne o che presentano talvolta un atteggiamento quasi “parassitario”, sono, anche in questo caso, un’espressione di traumi infantili non affrontati o addirittura non riconosciuti, e neanche canalizzati in qualcosa di positivo.

Invece di un’inutile guerra uomo donna, sarebbe molto più utile pensare a strategie utili che consentano a ognuno di esprimere sé stesso e la propria natura.

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