“Piccolo manuale per non farsi mettere i piedi in testa” di Barbara Berckhan è un libro pratico e diretto, che si propone di aiutare i lettori a sviluppare la loro assertività e a gestire meglio le relazioni interpersonali, soprattutto nei contesti in cui si sentano sottomessi o manipolati. Berckhan, esperta in comunicazione e psicologia pratica, offre consigli semplici e concreti per evitare di essere sopraffatti dagli altri, e affermarsi con sicurezza.

Il libro è suddiviso in brevi capitoli, ognuno dedicato a una situazione specifica o a un aspetto particolare dell’assertività. La scrittura è chiara e concisa, con uno stile che rende i concetti facilmente comprensibili e applicabili nella vita quotidiana. La Berckhan usa numerosi esempi pratici, tratti da situazioni comuni che chiunque può aver sperimentato, per illustrare i suoi consigli. Questo approccio rende il libro accessibile anche a chi non ha familiarità con la psicologia.

Uno dei punti di forza del libro è la sua semplicità. La Berckhan non si perde in teorie complesse, ma va dritta al punto, fornendo strumenti immediatamente utilizzabili. Tra i temi trattati, si trovano consigli su come dire “no” senza sensi di colpa, come esprimere i propri bisogni in modo chiaro, e come gestire situazioni conflittuali senza farsi mettere i piedi in testa.

Tuttavia, questa semplicità può essere vista anche come un limite. Chi cerca un’analisi più approfondita o teorica dei meccanismi psicologici alla base dell’assertività potrebbe trovare il libro un po’ superficiale. Inoltre, alcuni lettori potrebbero ritenere che i consigli forniti siano troppo generici o che non affrontino adeguatamente le situazioni più complesse o delicate.

In conclusione, “Piccolo manuale per non farsi mettere i piedi in testa” di Barbara Berckhan è una guida pratica e utile per chi desidera migliorare la propria assertività e imparare a gestire meglio le relazioni con gli altri. Pur senza pretendere di offrire soluzioni definitive o complesse, il libro riesce a fornire spunti preziosi e facili da applicare, rendendolo una lettura consigliata per chi vuole rafforzare la propria autostima e affrontare le sfide quotidiane con maggiore sicurezza.

https://www.youtube.com/@gabriellatupini

Questo non è un libro, ma il link al canale YouTube della dottoressa Tupini, un viaggio nella psicoanalisi e nell’anima. In un’epoca della cultura di “facili costumi”, dove regna l’illusione delle soluzioni veloci e superficiali a problemi complessi e lontani nel tempo, viene offerta una prospettiva profonda sullo stato psichico dell’essere umano.

Non bisognerebbe, inoltre, farsi ingannare dai titoli fuorvianti di alcuni video, che, a mio avviso, potrebbero sembrare fuorvianti.

Dato il dilagare delle filosofie new age e delle tecniche di crescita personale, vendute come panacea di tutti i mali, mi sento di consigliare “Guarire dal Trauma” della dottoressa Judith Lewis Herman.

Il libro è un testo di riferimento fondamentale per la comprensione e il trattamento dei traumi psicologici. Pubblicato per la prima volta nel 1992, il libro descrive un modello di guarigione strutturato in tre fasi, basato sull’esperienza clinica dell’autrice con pazienti che hanno vissuto eventi traumatici, come violenze sessuali, abusi infantili e violenze domestiche.

Ecco una panoramica delle tre fasi principali:

1. Sicurezza: La fase iniziale è dedicata alla costruzione di un senso di sicurezza e stabilità nella vita del paziente. L’obiettivo è garantire che la persona possa sentirsi al sicuro nel presente, evitando rischi o situazioni che possano riattivare il trauma. La sicurezza include anche il recupero di un controllo sulla propria vita quotidiana.

2. Ricostruzione del Ricordo: In questa fase, si affrontano i ricordi traumatici per riconoscerli e integrarli nella propria storia personale. È un processo delicato che richiede l’accompagnamento di un professionista, in quanto può riattivare emozioni intense. Il paziente lavora sulla comprensione del trauma, sulla rielaborazione del vissuto e sulla narrazione di sé.

3. Riconnessione: La fase finale riguarda il reintegro della persona nel proprio ambiente sociale e l’abilità di costruire nuove relazioni autentiche e positive. La guarigione avviene quando il trauma non domina più la vita del paziente, permettendogli di vivere con maggiore serenità e di costruire nuovi significati personali.

Judith Herman esplora anche come il trauma possa influenzare le dinamiche familiari e sociali e come l’isolamento e il senso di colpa possano essere ostacoli significativi nel percorso di guarigione.

Quello che è più interessante e importante, a mio avviso, è la presa di consapevolezza di come il trauma influenzi in maniera radicale l’evoluzione della personalità e il futuro della persona. Quindi, se si vuole effettivamente migliorare la realtà nella quale viviamo, non si può prescindere dalle cause fondamentali della disfunzionalità presente nella realtà esterna, che inizia proprio dal maltrattamento di donne e bambini (sia bambini che bambinee).

Un altro tema secondario ma molto interessante del libro, è la nascita del femminismo, che non è una lotta fra uomo e donna per determinare chi sia superiore a chi, o un elogio – purtroppo noto con tristezza che questo concetto si sia perso – della solitudine e dell’isolamento sociale – altra follia -, o tantomeno se l’uomo debba offrire la cena al ristorante o se si debba fare a metà – questi sono semplicemente uomini tirchi, poco interessanti e pure un pò cafoncelli che prendono la palla al balzo – bensì è un movimento che nasce proprio per proteggere donne e bambini. E la protezione delle donne parte proprio dalla loro indipendenza economica. Quindi questo tema delle condizioni socio-economiche, che le filosofie new age, secondo cui tutto quello che ti accade dipende da te – è di centrale importanza nella generazione del trauma. Oltre alle condizioni economiche, se le condizioni sociali fossero diverse, non credo che le donne abbiano come priorità nella vita quella di sposarsi con “n’importe qui”, per creare la famiglia che è alla base di tanti disastri che si vedono quotidianamente. La famiglia, in un mondo sano, dovrebbe essere la conseguenza di una ricercata unione d’amore.

A proposito di stereotipi di genere, vi consiglio di guardare l’intervento della dottoressa Bruzzone:

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