Lo Stalker

Perché le persone intelligenti sono sempre così delicate negli approcci, lasciandoci magari a interrogarci dopo aver ricevuto da loro dei complimenti che non sappiamo come interpretare e alcune persone, senza aver ricevuto neanche il minimo input, potrebbero essere tranquillamente chiamati col loro nome inglese, di stalker.

La figura dello stalker è sempre esistita ma mai in manera così diffusa, quind, ho ritenuto utile raccogliere le opinioni di chi è cresciuto senza l’influenza massiccia della tecnologia, per comprendere se questa potesse essere la causa o se andasse ricercata in cambiamenti di natura politco culturale.

“Molti anni fa le persone sembravano essere sane di mente o comunque dimostravano una certa capacità di stare al proprio posto. Certo, era possibile incontrare il maniaco sessuale che andava in giro con l’impermeabile e che mostrava le proprie macerie alla malcapitata di turno, e questo accadeva specialmente nei parchi, o trovare uno spasimante sotto casa oppure, caso piuttosto frequente, ricevere telefonate anonime di soggetti che non si sa come, o perché, avevano il numero di casa, in particolare quello di ragazze sole particolarmente avvenenti. Non era difficile, in tal senso, reperire un numero di telefono perché non esistevano regole di privacy e se una persona aveva il telefono a casa, era facile, dall’indirizzo dell’abitazione e dal cognome, risalire al numero di telefono della vittima designata. A prescindere dai soggetti più arrapati che non potevano fare a meno di manifestare il proprio interesse avendo l’ardire di presentarsi di persona sotto casa, fuori dal lavoro o nei luoghi più impensati, magari dopo un pedinamento, la tecnica più apprezzata da quelli che oggi sarebbero chiamati stalker era il telefono. La telefonata dello stalker si riconosceva da sospiri accentuati, da maniaco sessuale, in sostanza, a frasi oscene o sconnesse, ma tutte identificabili con un manifesto desiderio di tipo sessuale. Si escludono da questo tipo di telefonate quelle di minacce, piuttosto diffuse che, se non riguardavano situazioni losche, come richiesta di pizzo o altro, potevano spaziare dalle minacce fisiche perché sostenitori di determinati partiti oppure perché rivali in amore: in tal senso, potevano essere condite anche con l’invio di lettere anonime, il cui autore è sempre un amico. In realtà non tutte le telefonate effettuate da sconosciuti potevano essere attribuite a un tentativo, più o meno riuscito, di stalkerare una qualche vittima, perché ci sono stati dei casi di balbuzienti che, aspettandosi di parlare con una persona conosciuta e sentendo dall’altra parte la voce di una donna, si sono impappinati con il risultato di aver emesso dei rantoli che, a un orecchio poco esperto, potevano sembrare il preludio di qualche frase emessa da un porco incallito e immediatamente fermati con uno tsunami di insulti e imprecazioni varie, ma stiamo parlando di casi limite e piuttosto rari. Il più delle volte la telefonata dello stalker era volta a informare la vittima designata di quale fossero le fantasie del maniaco, di come queste fantasie potessero svilupparsi e di altri particolari pruriginosi. Ma se la cosa veniva affrontata con un certo spirito, si poteva venire a creare anche un legame amicale con un soggetto che, sostanzialmente, nella maggior parte dei casi era del tutto innocuo. Ricordo in tal senso una amica che, vivendo da sola, chiese di modificare la propria segreteria telefonica mettendo la voce di un uomo in modo da far pensare di non essere sola e di avere qualcuno in casa, cosa a volte inutile perché, da quando esistono gli stalker, loro conoscono la vita della vittima meglio di quanto la sia conosciuta dalla stessa. Ovvio che lo stalker può fare paura solo se la vittima lo vede come una minaccia e non come dovrebbe essere visto nella realtà, ossia una persona sola che sta cercando la compagnia di una persona che suppone possa essere piacevole da frequentare, anche se, in questo caso, magari qualsiasi fantasia verrebbe annullata dalla realtà dei fatti. Il un’altra situazione, lo stalker telefonico si dimostrò essere una persona piuttosto normale quando, chiamando la sua vittima designata alle 8,30 del mattino di un giorno feriale, la svegliò evitandole, così, di arrivare tardi a lavoro: la vittima ringraziò e il maniaco, educatamente, augurò alla ragazza una buona giornata e promise di rantolarle al telefono qualcosa, ma di sera, al rientro del lavoro e prima che uscisse di casa per vedersi con gli amici. Per bloccare queste situazioni, un tempo, bastava cambiare numero di telefono e chiedere alla compagnia telefonica di Stato di non mettere il proprio numero di casa sull’elenco telefonico. Gli stalker, quindi, esistono da sempre e sono una categoria di soggetti che possono colpire in vario modo, e non importa se la vittima è maschio o femmina, minore o adulta, l’importante, e questo li rende più molesti, è che il soggetto designato sia presente sui social o che abbia in qualche modo un numero di cellulare o un profilo raggiungibile. E non si salva nessuno! Il caso più tipico è il tentativo di apparire interessanti agli occhi di una vittima, perlopiù di sesso femminile: in tal senso, nella maggior parte dei casi, lo stalker è maschio e cercherà di sembrare interessante inviando messaggi al mattino o alla sera, di solito GIF variopinte con tazze di caffè fumanti o tramonti di vario genere, conditi da cuoricini sparsi, oppure messaggi che, sostanzialmente, non hanno alcun senso, ma solo il tentativo, forse, di trovare un argomento che possa stuzzicare una eventuale risposta. In questi stalker annoveriamo anche ex partner o spasimanti che insistono nell’inviare messaggi, ma sempre con l’intento di sfinire la vittima e costringerla a capitolare. Altre volte gli stalker sono rappresentati da ragazzi o ragazze gelose che devono marcare il proprio territorio per tenere distanti eventuali avversari in amore: in questo caso l’oggetto del desiderio è rappresentato da un poveretto, o poveretta, che non ha la più pallida idea di cosa stia capitando e quali trame siano state tessute attorno per tenere distanti fameliche prede assatanate di sesso e desiderose di mettere mano al prezioso malloppo. Questi restano i casi più tipici e diffusi e possono essere persone conosciute in ambiente reale o virtuale.

Ma esiste anche un altro tipo di stalker, quello più subdolo, rappresentato da maschi o femmine affetti da narcisismo o patologie riguardanti, probabilmente, un senso di inferiorità: sono soggetti che devono per forza attirare l’attenzione su sé stessi o perché stanno cercando di manipolare il soggetto in questione, o perché cercano una approvazione o acclamazione che in passato non hanno ricevuto a scuola o presso i familiari. Sono i più subdoli perché più insistenti di tutti gli altri. Qui abbiamo veramente una serie di soggetti che cercano di sfinire l’oggetto del loro interesse inviando, solitamente, messaggi dove si cerca di confermare la superiorità di pensiero, la propria potenza, attirare l’attenzione su argomenti che, nella maggior parte dei casi, non fanno alcuna presa sul ricevente e, proprio per questo, devono essere inviati a un ritmo martellante. Maggiore è il rifiuto da parte del ricevente di ricevere informazioni o messaggi di un certo tipo, maggiore sarà l’insistenza del bombardamento mediatico.

Ci sono casi eclatanti, in questo senso, e, secondo le modalità di invio, si possono distinguere le due categorie di stalker. La premessa è che, chi ha necessità di provare quanto è bravo, solitamente invierà messaggi dove mette in evidenza i successi che ha raggiunto in qualcosa che, ai suoi occhi, sembrava difficile da raggiungere. Da notare che questo tipo di stalker diventa spesso vittima privilegiata di chi è narcisista.

Il narcisista, si sa, tende a volere il massimo controllo sugli altri e, per fare questo, crea delle tattiche che passano dalla piaggeria più molesta, all’odio manifesto per chi si sottrae al controllo. Dal viscido tentativo di rendersi indispensabile a quello di creare inimicizie tra persone che si conoscono tra loro per dividere le persone e restare unico punto di riferimento. Questo porta il narcisista a sostituirsi, in alcuni casi, alla famiglia della vittima che vedrà nel carnefice un costante punto di riferimento. E’ evidente che se il narcisista incontra un soggetto che, per incomprensioni familiari o situazioni scolastiche, o sociali, non ha mai avuto l’approvazione di qualcuno, la sua presa su questo sarà al massimo livello e devastante.

Un soggetto che non ha mai avuto approvazione da parte degli altri, tendenzialmente, cercherà di riceverla in ambiente lavorativo o tra gli amici: quando una persona di questo tipo diventa stalker, automaticamente ogni sua azione sarà volta a dimostrare, anche attraverso messaggistica o telefonate o incontri molesti, la qualità delle sue iniziative o azioni.

Il narcisista, al contrario, non ha bisogno di avere approvazione da parte di nessuno, perché lui sa perfettamente che qualsiasi cosa partorisca la sua mente è verità assoluta e, quando si trasforma in stalker, divulgherà il suo personalissimo Vangelo a mezzo telefonate, messaggi o vis a vis. E guai affermare che il suo Vangelo è frutto di fantasia malata e contiene delle sciocchezze incredibili che non stanno né in cielo né in terra. Anzi: anche se le cose che afferma sono corrette e ineccepibili, guai affermare che ha superato i limiti della decenza e che deve limitare il fastidio che crea con la propria insistenza. A volte diventa difficile distinguere il narcisista dalla persona che soffre di sindrome di inferiorità, perché i metodi sono simili ma con finalità del tutto differenti.

Esiste ancora il caso che la vittima del narcisista, affetto da senso di inferiorità, si divincoli dalla schiavitù e trasformi il suo amore per il carnefice in odio. In questo caso sarà il narcisista che si troverà stalkerato dalla sua ex vittima. Questa lo molesterà in modo maniacale con lo scopo di avvisarlo in merito a ogni successo ottenuto, a partire dal momento in cui la vittima si è affrancata dalla schiavitù. In tal caso si viene a creare una forma di rabbia nel narcisista che lo porterà quasi ad impazzire, perché il narcisista, per natura, è anche stalker e non esiste che uno stalker abbia in una potenziale vittima uno stalker altrettanto feroce.

L’ultimo caso è lo stalker narcisista che, per ottenere ancora favori da chi lo ha scaricato, cerca di mandare non solo GIF colorate, magari a soggetto religioso, alla ex vittima, ma informazioni che possano scatenare nello stesso invidia, presunzione, o qualsiasi sentimento per cui il soggetto possa pensare di essere più utile di altre persone per realizzare progetti che promettono introiti favolosi. Un esempio può essere il laureato che, avendo una buona conoscenza di reti e dell’ambiente informatico, si era prestato in passato a creare delle pagine web di presentazione di società fondate dal narcisista: una volta che il professionista aveva compreso la natura del suo datore di lavoro, per modo di dire, perché il narcisista solitamente è un cattivo pagatore, aveva deciso di evitare qualsiasi collaborazione con lo stesso. Il narcisista era rimasto piccato da questo allontanamento improvviso di una probabile vittima ma, superato il momento di smarrimento e rabbia, ha ideato un nuovo piano per circuire il soggetto in questione. Il piano prevedeva, ovviamente, di trasformarsi in stalker millantando progetti su scala planetaria che prevedevano il coinvolgimento di professionisti based oltreoceano. Questo, nella speranza di attrarre l’attenzione del professionista e riportarlo nell’orbita di attrazione del narcisista, in attesa di inventarsi altro per tenerlo legato a sé.

È evidente che tutto questo è simpatico a raccontarsi, ma, non a viversi in prima persona”.  

A mio avviso, i comportamenti stalkeranti dipendono da una banale mancanza di intelligenza emotiva e di empatia, con tutte le sfumature possibili che l’umanità può offrire.

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