Dato il contesto generale di follia post covid, ho ritenuto opportuno fare uno scambio di opinioni sulla malattia psichiatrica dell’epoca, il narcisismo. E una diffusione così ampia di certi atteggiamenti, deve fsr riflettere sulle anomalie della nostra società, oltre che sull’esigenza imperante di un cambio di paradigma.
“Non sono uno psicologo, per cui eventuali mie analisi sono da prendere con il beneficio di inventario, amo, tuttavia, osservare il comportamento delle persone, ascoltare i loro commenti sui più disparati argomenti e trarre delle conclusioni che possono anche essere opinabili, ma, forse sono riuscito ad afferrare qualche verità relativa almeno riguardo alcuni soggetti. L’ambiente nel quale viviamo ormai ha lasciato perdere quelli che erano i valori fondanti della civiltà, sia essa di tipo matriarcale, affermata ad esempio nelle campagne e in diverse civiltà del passato, o patriarcale, dove il ruolo fondamentale di comando è ricoperto dall’uomo inteso come genere maschile. Quando vi era una certa stabilità di ruoli, ognuno veniva formato per il tipo di attività che doveva svolgere all’interno del suo gruppo, cosa che avviene ancora oggi nelle società, ad esempio, africane, dove ha valore il bene che deriva dalla terra, per cui i giovani vengono formati a secondo delle esigenze della tribù che, spesso, si risolve in un gruppo allargato della stessa famiglia, dove tutti, in qualche modo, sono imparentati. Nella società occidentale questo aspetto è stato abbandonato per essere sostituito, sostanzialmente, con una forma di individualismo totalmente slegato dai bisogni della famiglia o società di appartenenza e spesso anche dal genere. E questo tipo di spersonalizzazione, perché di questo che si tratta, porta con sei dei gravissimi pericoli per la formazione psichica della persona, perché in un ambiente dove non conta la preparazione, dove ognuno deve provvedere per sé stesso alla propria educazione, secondo le proprie possibilità e attitudine, dove non esiste meritocrazia o non esistono verità scientifiche, e questo è dimostrato dal fatto che ormai la società nella quale vivono gli occidentali è relativistica, ma non come la intendeva Einstein, ma come la intendono i soloni della politica e della finanza, è evidente che crescono anche i disturbi psichici quali, ad esempio, il narcisismo. Il narcisismo, tra tutte le malattie, è la peggiore per quanto riguarda le persone costrette a convivere con i soggetti che ne sono affetti, che non sono soltanto singoli, ma possono essere intere comunità se il narcisista è messo a capo di un gruppo più allargato di persone. Il narcisista si riconosce da alcuni aspetti comportamentali che, in un primo momento, possono anche non essere evidenti perché, i più intelligenti, riescono a mascherarsi piuttosto bene, ma non così a lungo da non fare emergere la loro vera natura dopo un po’ di tempo. Secondo la psicologia, esiste un narcisismo sano che sostanzialmente porta ad avere una sana concezione di sé stessi, una forte autostima e porterebbe anche ad avere ammirazione per gli altri ma, nella realtà dei fatti, soggetti di questo tipo, personalmente, non ne ho mai conosciuti. Secondo la definizione corrente, i narcisisti patologici, ossia le persone affette dalla malattia in modo pernicioso per l’ambiente circostante, sono riconoscibili per i seguenti tratti distintivi: evidente concentrazione su sé stessi negli scambi interpersonali; mancanza di consapevolezza psicologica; difficoltà empatica; difficoltà nel distinguere sé stessi dagli altri, gli altri sono visti come una loro estensione e, quindi, vedono negli altri i propri difetti; sfruttamento degli altri per i propri obiettivi, senza considerare il prezzo di tale azione; assenza di vulnerabilità alla vergogna o al senso di colpa; negazione del rimorso e della gratitudine; irritazione verso le persone che non li ammirano; adulazione verso le persone che li ammirano e ostentazione dei propri successi; finzione di successi inesistenti; ostentazione o finzione di competenza; altezzosità espressa con il linguaggio del corpo e anche a parole. Diventa facile, da queste indicazioni, individuare tale malattia in personaggi famosi e appartenenti a diversi ambiti artistici, culturali, politici e scientifici, e basterebbe invitare tutti alla caccia al tesoro del narcisista famoso per avere un lungo elenco di nomi e, in questo caso, come ho accennato in precedenza, è la società o chi la governa che li ha creati tali, ma per personaggi del tutto sconosciuti, è stato il fato a volerli così, oppure l’ambiente familiare, la scuola o le esperienze lavorative e, molto spesso, gli insuccessi sociali, materiali e sentimentali. Nel caso dei personaggi pubblici, il loro modo di essere è stato incrementato da coloro che hanno bisogno di utili idioti per ottenere i risultati desiderati e, se dovessero trovarsi scartati dal mondo nel quale sono stati lanciati, politica, medicina, finanza, scienze, economia, potrebbero creare danni enormi alla società civile e in virtù della caratteristica descritta in precedenza, ossia la enorme irritazione che possono provare nel momento in cui dovessero essere ignorati dalla comunità nella quale sono stati chiamati a operare. Gli altri narcisisti ambirebbero ad avere una più ampia platea presso la quale sfoggiare la loro magnificenza, tuttavia la loro operatività, e relativi danni, ricadono solo nella cerchia di conoscenti diretti, vale a dire parenti, familiari, figli, amici, colleghi di lavoro o collaboratori o possibili clienti o semplici conoscenti. Il narcisismo, secondo il modestissimo parere, come tutte le malattie, è un sintomo di qualcosa che ha minato la salute del soggetto colpito. Non per nulla, secondo la neurologia, “i narcisisti patologici hanno una disconnessione dall’umanità perché i loro neuroni specchio hanno subito una alterazione. I neuroni specchio sono stati scoperti, negli anni 90, da un team diretto dal prof.Giacomo Rizzolati e si attivano nel momento in cui un essere umano compie una azione o la osserva, se compiuta da altri”, e possiamo semplificare la cosa con il sentimento di empatia. Ogni essere umano nasce empatico e, quindi, con il corredo neurale che funziona a dovere, ammesso che non intervengano fattori esterni che modifichino il funzionamento di tali neuroni, vale a dire elementi chimici, situazioni sociali, educative, affettive o traumi di tipo fisico. Questi neuroni ricevono le informazioni trasformandole in sensazioni motorie: si possono percepire le sensazioni di dolore, di amore, di gioia, di benessere o malessere. Ci permettono, quindi, non solo comunicare uno stato d’animo, ma di assorbirlo da altri. I narcisisti sono inibiti in questo e, per tale ragione, sentono solo quello che pare a loro. Ritengo, quindi, che nel momento in cui vi troviate di fronte a un individuo che sembri provare gusto nel fare del male agli altri, con le proprie parole o azioni, elevando il proprio ego, mortificando il lavoro degli altri – anche se non sappia di quale lavoro si tratti o di cosa si stia parlando -, un individuo che voglia ergersi a maestro o guru, un individuo che desideri controllare l’esistenza altrui, pur non avendone alcun diritto sociale o parentale, sicuramente siete di fronte a un narcisista che potrebbe anche trasformarsi in un serial killer, in casi estremi. Nel caso specifico, stando a quanto sostengono i luminari, si tratta di soggetti che per cause naturali o artificiali hanno subito un danneggiamento ai neuroni specchio. Possono, tra l’altro, viaggiare anche in branco, avendo con essi dei gregari che servono ad autoalimentare la grande stima che i narcisisti hanno di loro stessi. Nel caso specifico sono i migliori seguaci, così come capita nelle sette alla Charles Manson, ma da un punto di vista psicologico possono essere affetti dallo stesso male. In tal caso abbiamo a che fare con persone litigiose, aggressive, presuntuose, vanitose, che vedono nel narcisista dominante l’esempio da seguire e imitare e, se si tratta di ambito lavorativo, sono tollerate dal narcisista per il solo fatto che l’obiettivo del narcisista non è creare profitto, ma alimentare il proprio ego smisurato, Con un po’ di fantasia, ognuno può trovare esempi che semplificano l’individuazione di questi soggetti”.
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