A Lussemburgo bisogna diventare make-up blogger per necessità. Ma partiamo dall’inizio. In Italia, per distruggere il senso della patria e consentire in questo modo la svendita delle attività industriali e dei beni demaniali allo straniero, in sordina, è da anni che si propina l’ideologia dell’esterofilia. Essa consiste nel pensare che in Italia le cose vanno male in maniera irreparabile e che quindi l’unica strada per la salvezza e la civiltà sia trasferirsi all’estero. Queste false credenze sono anche alimentate dagli stessi “expat” che per fare bella figura – nella nostra società, a partire dalla scuola, si insegna che fare errori è qualcosa di cui vergognarsi assolutamente, senza spiegare che gli errori sono il solo mezzo di apprendimento, L’aspetto importante è invece minimizzare la portata e le conseguenze dell’errore ravvedendosene in tempo – dipingono l'”estero” come il paradiso terrestre e la soluzione a tutti i problemi italiani.
Il Lussemburgo sostanzialmente funziona così, gli alti stipendi privati degli “expat” servono per pagare gli stipendi da nababbi degli impiegati pubblici, gli unici, questi ultimi, che possono giustificare prezzi dell’immobiliare da ventimila euro al metro qudro. In molti, fatta un’accurata valutazione e avendo le competenze tecniche e i titoli di studio necessari, comprendono che tutto sommato, fatta l’esperienza all’estero si possa anche tornare in patria o al massimo fare un’esperienza in un Paese che offra più possibilità soprattutto a livello sociale e culturale. Altri, in particolare provenienti dai paeselli della limitrofa Francia e del Belgio del Sud, sprovvisti magari di questi titoli, decidono di fare i frontalieri, spendendo ore e ore nel traffico, e questa potrebbe essere una delle cause del basso livello dei servizi privati. Questo insieme al fatto che personale improvvisato avvii tutta quella serie di servizi privati mancanti come parrucchieri, estetiste, eccetera. Anche perché, sebbene il Lussemburgo sia al centro d’Europa, è purtroppo lontano dalle capitali e dai grandi centri urbani dove nascono e si sviluppano le nuove tendenze e la cultura. Non basta avere magari le attrezzature di livello, ma serve anche la preparazione professionale per poterle utilizzare.
Questo preambolo per spiegare dove nasca l’esigenza di un “cosmetic blog”.
Tenendo conto che il prezzo minimo di una manicure semplice si aggira attorno ai cinquanta euro – non proporzionale agli stipendi privati -, è molto triste che molte expat a Lussemburgo non abbiamo, dopo un paio di anni, trovato ancora un centro estetico di fiducia. Inoltre, una costante sembra essere – anche prima della pandemia – di far uscire il cliente il prima possibile dal centro, con l’inconveniente frequente che lo smalto si rovini nel giro di un’ora. La manicure semipermanente tanto decantata non è la soluzione perché, sebbene non ve lo diranno, danneggia le unghie. La soluzione? Portatevi dietro, se proprio non volete mettere lo smalto a casa, il Quick Dry Top Coat di Yves Saint Laurent, circa venticinque euro ben spesi, tenendo conto che, come minimo, non durerà meno di un anno.
Purtroppo ho dovuto rinunciare anche alle mie bellissime ciglia finta dopo essermi recata in un famoso centro ad Arlon, un oscuro villaggio belga al confine col Lussemburgo. L’effetto Betty Boop non era quello che cercavo. In un altro centro famoso a Lussemburgo mi hanno già fatto desistere, alla prima telefonata per prendere un appuntamento dato il comportamento anti professionale. E così sono ritornata al vecchio mascara, che sicuramente è un toccasana per la salute delle ciglia, ma una grande scocciatura per la beauty routine serale.
Dopo anni di ricerca di uno struccante occhi adatto finalmente ho trovato il mio sacro Graal, uno struccante adatto anche al trucco waterproof, agli occhi sensibili e che consenta di rimuovere il trucco in maniera veloce, NATURAEQUA – Struccante occhi bifasico – All’Olio di Moringa. Anni di ricerca mi hanno fatto virare verso i prodotti bio per i prodotti di igiene e le creme, a meno di specifiche formulazioni mediche per problemi specifici. Io vi invito a utilizzare per un paio di settimane dei prodotti bio e poi a ritornare ai prodotti di profumeria, farmacia o peggio ancora supermercato: vedrete la differenza. In più, acquistare un prodotto ottimo, in termini sia di qualità che di prezzo, made in Italy, mi sembra un atto di promozione verso tutte le aziende eccellenti italiane.
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