La figura professionale richiesta oggi deve avere come minimo una laurea specialistica e preferibilmente un MBA o almeno qualche corso executive alle spalle, parlare al minimo fluentemente inglese, essere disponbile alla mobilità nazionale e internazionale e preferibilemente aver maturato un’esperienza all’estero per avere una mentalità “globale”. In particolare, quando si è acquisita una certa esperienza, ci sono alcune pillole di galateo che ci si aspetta dall’altra parte, che sovente non sono rispettate.
Molto spesso si pubblicano annunci di lavoro dove in realtà già si sa che la selezione avverrà internamente all’azienda. Perché? Dato che oggi è molto difficile riuscire a trovare un lavoro vicino casa i recruiter dovrebbero comprendere che in questo modo creano false speranze e aspettative nel candidato.
Ci sono poi gli annunci che restano ancora aperti quando la persona è già stata selezionata.
Per molti annunci non si ha un feedback. Nel migliore dei casi si ha un feedback standard con un secco no senza dare una motivazione valida e costruttiva. In molti casi ciò potrebbe essere dovuto all’elevato numero di candidature. Ma in questo caso non sarebbe più giusto chiudere temporaneamente la ricerca e fornire feedback più dettagliati?
Poi ci sono i recruiter che mettono un’ansia pazzesca per fare i colloqui nel minor tempo possibile e infine, sebbene assicurano di dare in ogni caso un riscontro, scompaiono nel nulla. Molto spesso il loro comportamento dipende da decisioni aziendali, però una breve mail in cui si spiega che magari la posizione è stata temporaneamente chiusa, sarebbe veramente gradita. Mi è capitato anche di fare colloqui di sabato e non aver ricevuto nessun feedback.
Poi ci sono i recruiter che ti scrivono per avere il tuo curriculum aggiornato e quando chiedi, magari due giorni dopo avergli inviato il tuo resume, maggiori informazioni in merito a una posizione che si è appena aperta, neanche rispondono.
Per fortuna, non sono tutti così e ci sono anche diversi esempi positivi, ma un pò di rispetto per il candidato migliora anche l’immagine dell’azienda.
Un esempio di grande umanità, semplicità, umiltà e serietà, l’ho ricevuto dal CEO di una grande multinazionale francese con sede a Parigi per la quale avevo sostenuto un colloquio pre-pandemia per una posizione da project manager. La posizione fu subito chiusa senza selezionare nessuno mesi fa.
Questa persona, senza segretarie come intermediari, mi ha risposto molto cortesemente facendomi poi anche contattare dalle risorse umane, spiegando l’interesse per il mio profilo dato il mio background e asserendo chiaramente che purtroppo al momento non si sa quando le assunzioni riprenderanno. Questa azienda, molto famosa nell’Oil&Gas, non ha infatti finte posizioni aperte sul sito, e l’onestà è stata sicuramente apprezzata. Raccontare favolette per bambini su finte fantomatiche assunzioni non porta da nessuna parte. Un altro esempio di grande umanità è arrivato da Roma, con la differenza che qui avevo già interagito con la persona a livello professionale.
Un altro aspetto importante è l’inquadramento professionale e la retribuzione. Come si fanno a offrire condizioni peggiorative rispetto a quella di partenza? Perché proponete agli altri cose che voi non accettereste mai? Purtroppo per lavorare, noi professionisti molto spesso dobbiamo trasferirci in grandi città con costi della vita proibitivi. Come si fa a dedicarsi con passione al proprio lavoro se si è vessati dalle necessità primarie della vita di tutti i giorni?
Le aziende non le fanno i rispettivi nomi altisonanti dei rispettivi nomi, ma le persone che vi lavorano.
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