Una delle cose positive di non essere famosi è che nessuno vi pagherà per scrivere recensioni, che significa anche poter esprimere una opinione vera e non pilotata.
A mio avviso, le recensioni di Trustpilot possono essere utili ma possono essere anche pilotate, e comunque sicuramente non sono in linea con la mia esperienza personale.
Partiamo dall’inizio: volete svuotare l’armadio e guadagnare qualche soldo? Io l’ho sempre fatto ma Kijiji e Subito, che un tempo andavano alla grande, adesso sembrano non funzionare per questo tipo di “compravendite”. In particolare credo che Kijiji.it sia stato sottoposto a una sorta di boicottaggio. Per lo meno, ogni volta che pubblico un annuncio relativo a un oggetto da vendere, mi arrivano, nel giro di ventiquattro ore, mail di spam (“…scrivimi su gmail…”).
E adesso arriviamo alle APP e ai siti “preposti”. Innanzitutto c’è una bella distinzione da fare: capi firmati, di lusso oppure abiti usati di marche più commerciali, ai quali volete dare una nuova vita. Notate bene, questa è una parte prima, col tempo e altre esperienze le cose potrebbero cambiare…
- Depop: voto 6
Semplicemente non l’ho trovata un App efficiente e credo non dia alcun valore aggiunto. Devi occuparti di verificar ei costi di spedizione, di pubblicizzare in maniera massiccia il tuo armadio, di fare belle foto perché non è offerto alcun servizio. Magari offre buone garanzie per acquirenti e venditori: non lo so. Non avendo avuto esperienza è difficile dire di più, tuttavia, capi firmati rimasti invenduti qui, sono andati via nel giro di qualche ore su Vestiaire Collective – un piumino Moncler di mia sorella -.
2. Vestiaire Collective: voto 7.5
I punti positivi sono diversi: le commissioni sono oneste, sebbene secondo me cose di poco valore andrebbero vendute su Vinted: per un bracciale Guess di mia sorella, venduto a diciannove euro, lei ha percepito quattro euro. Tuttavia, per cifre maggiori, come sicurezza e commissioni, secondo me sembra offrire il compromesso migliore. Al momento ho venduto cinque articoli, di cui tre senza problemi, uno in transito e un altro con un problema risolto.
Del bracciale Guess, già si è detto. Per il secondo articolo, una camicia di See by Chloé, come per il quarto, un top di Dolce&Gabbana, tutto è andato bene. Tuttavia, per quest’ultimo, venduto a settanta euro – prezzo iniziale quasi centotrenta – il sito mi suggeriva ventotto euro. Ma scherziamo? Per un top da sera indossato un paio di volte. Per lo meno, a differenza di altri siti, Vestiarie Collective non impone un prezzo, ma si limita a suggerire.
Il quarto articolo è stato un Montgomery Burberry venduto, per essere precisi, a quarantuno euro e trentasette, da un prezzo base di oltre novanta. Il motivo, la zip problematica e dei buchi da usura sulle maniche , fotografati con chiarezza. Per chi non ama la moda, vi spiego che da Burberry con quarantuno euro e trentasette non compri neanche un paio di calzini. L’acquirente ha aperto un reclamo che è stato risolto a mio favore ma la cosa che mi ha dato fastidio è che io avrei accettato il reso con Spedizione Express a carico della cliente – avevo anche ricevuto un’offerta più vantaggiosa su Vinted – e invece ho dovuto aspettare quasi una settimana per avere un riscontro. Sarebbe meglio secondo me avere un servizio telefonico. Se il mio fosse stato un cappotto da quattromila euro magari avrei passato il weekend con l’ansia.
Un altro suggerimento? Come nei negozi reali, anche nei negozi virtuali ci sono molte persone in giro a “sfottere”, come diremmo in Ciociaria, ossia che assillano con richieste i venditori e fanno e accettano offerte senza nessuna intenzione di acquistare. Ecco, dopo un certo numero di offerte, ad esempio dieci, accettate dal venditore, in cui l’articolo è stato acquistato, io metterei una penale.
3. Vinted: voto 7
Tutte le vendite fatte finora su Vinted, a dispetto delle pessime recensioni (vedere Trustpilot), sono andate perfettamente, zero commissioni e acquirenti soddisfatti. Ci sono però due aspetti da notare prima di poter alzare il voto. Il primo è che il prezzo massimo a cui ho venduto un articolo è stato quattordici euro (una cinta di pelle Sportmax, quindi ci mancherebbe che il cliente non fosse stato soddisfatto), per articoli di valore, ancora non mi posso esprimere. Il secondo è che il servizio clienti mi sembra affidato all’intelligenza artificiale, quindi, finché tutto va bene, bene, ma se qualcosa va storto? Una cosa che mi ha dato fastidio è l’aver messo in vendita una cinta di Gucci Vintage, verificata su altri siti, che è stata rimossa come falso. Beh, vedersi arrivare queste email, senza possibilità di poter replicare, non è il massimo. Comunque, per vendere articoli a un prezzo basso è il sito migliore.
4. Joliecloset.com: under evaluation
Dopo la mia esperienza infelice con Rebelle, affidata a Trust Pilot, ho deciso di cercare un altro sito per i brand di lusso, oltre a Vestiaire Collective e ho trovato JolieCloset. Le commissioni sono anche più alte di Rebelle, quindi non si parte con il piede giusto, ma magari hanno dei canali di vendita impressionanti. Vedremo.
5. Siti in Conto Vendita
Ce ne sono molti, sia in Italia che all’estero e onestamente non sono la prima scelta per me, anzi. Infatti, proprio perché sono contraria, al momento ho scelto di non utilizzarli, in un futuro si vedrà. La cosa che non mi piace è che il venditore perde la possibilità di usufruire del suo articolo in cambio di nulla. Per il momento ho un buon riscontro con Vestiaire Collective e quindi non ho intenzione di testarne, per il futuro, in caso di macate vendite, potrei valutare il nuovo sito italiano, Lampoo.
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