Durante uno dei miei corsi alla Luxembourg Business School, uno dei nostri professori, un manager abbastanza famoso, al consiglio di come riuscire a cambiare lavoro in questo contesto, suggerì di scrivere all’amministratore delegato dell’azienda in questione. Secondo lui, questa dovrebbe essere la strategia migliore per una nuova sfida professionale.
Questo suggerimento derivava dalla sua idea – che condivido – di management inteso come sviluppo dell’azienda e delle persone che ne fanno parte.
Per un approccio di questo tipo ovviamente è necessario conoscere bene la società alla quale ci si rivolge e informarsi sull’amministratore delegato.
Alla domanda: “E se non si ricevves alcuna risposta?” fu risposto che un manager a cui non interessa interagire con il personale o con un futuro dipendente, sta dando una dimostrazione molto egoica di sé stesso (ovviamente diamo per scontato che la persona che si candida abbia i requisiti minimi per essere considerata per quel posto di lavoro). Vi piacerebbe lavorare in un’azienda di questo tipo? Ricordate che la visione dell’amministratore delegato si riflette in cascata su tutta la società.
Sebbene in Italia sia stata molto positivamente colpita dall’amministratore delegato della più importante società di ingegneria, sono incappata in qualche miracolato.
Il miracolato non va assolutamenbte confuso col privilegiato. Il privilegiato – beato lui – è una persona talentuosa che magari, nascendo in un costo privilegiato, grazie al suo talento, ha avuto accesso a delle posizioni lavorative importanti, meritate e in linea col suo profilo.
Il miracolato, che sovente spende molto tempo a pavoneggiarsi sui social, è la persona che si trova lì senza averne i titoli. Ho visto amministratori delegati di aziende quasi del tutto pubbliche, provenienti da famiglie note, che con una laurea in filosofia, a ventisette anni erano già nei consigli di amministrazione di società italiane dai nomi roboanti, mentre, studenti brillanti, a quell’età, se hanno un contratto a tempo indeterminato da mille e seicento euro al mese, possonono ritenersi veramente fortunati. Le oligarchie si passano i posti pubblici da milioni di euro l’anno e le persone continuano a ripetersi le panzane ascoltate in televisione senza rendersi conto della realtà che li circonda. E ci sono in giro persone che elogiano Draghi, non avendo ancora compreso che questa volta sarà molto peggio che col suo predecessore, banchiere pure lui.
Di miracolati ce ne sono moltissimi – direi la stragrande maggioranza – anche nell’attuale lista dei ministri nominata da Draghi.
La cosa che mi rammarica di più sono i creduloni, dei quali già ho parlato in un precedente articolo. La presenza massiccia di miracolati, che porta all’anti-meritocrazia, è, a mio avviso, una delle grandi cause della stagnazione economica italiana, ed anche europea direi, in atto ormai da oltre un decennio. Purtroppo, il credulone, si berrà la litania del mainstream secondo cui abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, e l’Europa si appresta al declino sempre più veloce.
E per chi non abbia la minima volontà di mettere in gioco le proprie credenze (in realtà instillate da un massiccio uso della televisione), lo invito a guardarsi qualche conferenza del professor Sdogati, magari impara qualcosa…
Aggiungi Commento