L’Importanza del Fare e della Volontà di Cambiare

Per chi non è stato del tutto instupidito da Barbara d’Urso e si sia informato a seguito di consistenti incongruenze, sempre più eclatanti, che si sono verificate in Italia, in Europa e nel mondo negli ultimi anni, il disegno globale appare chiaro. E, tanto per fare un esempio, e senza mai pretendere di avere la verità assoluta (e diffidate sempre da chi dice che la ricerca, in ogni campo è finita, perché tutto è noto), era facile prevedere che tutti i politici sui mettessero d’accordo, dopo aver fatto finta di litigare, per accogliere a braccia aperte l’ex governatore della BCE, che come il precedente Mario, era stato accolto a braccia aperte, per condurre l’Italia allo sfacelo.

Basta leggere le ANSA per capire a grandi linee la crisi insuperabile verso la quale queste manovre criminali vorrebbero portarci.

Questo però deve essere finalizzato a trarne i dovuti insegnamenti e adottare le opportune contromisure.

Sebbene dovremmo essere grati a tutti i giornalisti coraggiosi che rischiano la vita e, in ogni caso, la carriera per fare inchiesta, alcuni programmi e piattaforme, ci inondano di notizie negative senza offrire alcun appiglio per la speranza.

A volte, inoltre, non sembrano affatto interessati a costruire nulla di concreto o, ad affrontare temi importanti che sono a cuore dei cittadini, ma sembrano il Bruno Vespa della contro informazione: manca solo il plastico. Molti di loro, in effetti, mangiano sulle disgrazie altrui. Alcuni rilasciano interviste solo a carissimo prezzo dimenticando, ad esempio, che piccole associazioni culturali che hanno chiuso i battenti causa Covid e cercano di diffondere il pensiero imbavagliato senza guadarci nulla, non possono elargire soldi a profusione.

Ci sono tantissime persone oneste con un ideale sano alle spalle ma si riconoscono facilmente: dalla volontà di fare.

Chi parla e non fa nulla non vuole cambiare, soprattutto quando ciò si protrae per tempi lunghissimi.

In alcuni casi, invece, ci sarebbero anche dei sani valori, ma manca totalmente l’organizzazione, nel senso di capacità di creare qualcosa di grande nel tempo e anche nello spazio. Sebbene io non soffra affatto di esterofilia, purtroppo l’invidia sociale che c’è in Italia, la mancanza di cooperazione e l’invidia femminile, sono spesso dei grandi limiti a creare qualcosa di grande. Questo non manca assolutamente all’estero ma, almeno nel business, viene messo da parte. E il maggior numero di multinazionali non appartiene infatti all’Italia. Dalla Germania e dalla Francia non arrivano ingegneri, chimici, medici e avvocati a lavorare in Italia.

Purtroppo poi, nel Bel Paese, se non si conosce qualcuno, si può portare sul tavolo anche l’idea più intelligente, ma non si viene presi sul serio. Da questo punto di vista, all’estero le cose vanno meglio, anche in Europa, che non è la patria della meritocrazia.

Ho visto giornalisti improvvisati – e mi chiedo da dove prendano le fonti di informazioni tanto riservate – che suggeriscono di andare a fare scorte di carta igienica e di scatolette di tonno. Ma stiamo scherzando? Se tutto è finito e non c’è più niente da fare, cosa ne stiamo a disquisire? Andiamo a divertirci e spendiamo tutti i nostri risparmi, tanto la fine è vicina.

Ci sono anche molte persone affette da narcisismo patologico che passano il tempo a fare video su You Tube parlando da soli e insultando la gente, credendo di cambiare il mondo in questa maniera.

La scusa per non agire mai, è che, bisogna essere tutti a farlo o non si realizza niente. In parte può essere vero, ma, d’altro canto, invece di pensare a cambiare il mondo e a convincere tutti delle nostre idee giuste, dopo di che si passerà alla rivoluzione, perché non si creano semplicemente delle comunità di aiuto e di brainstorming per persone che condividono gli stessi valori?

Se dopo aver sentito alcuni personaggi, di cui condivido anche il pensiero, mi sento esausta e senza energie (il processo di zombificazione), non è il caso di concentrarsi su altro? Battere e ribattere, ventiquattro ore su ventiquattro sulla negatività senza offrire alcuna soluzione o risorsa, anche emotiva, combatte veramente il sistema o fa, inconsapevolmente, il suo gioco? Prendere consapevolezza serve per passare all’azione, per questo sapere è potere, se ci conduce solo all’impotenza appresa, siamo veramente sulla strada giusta?

Questo non significa credere alle baggianate del bi-pensiero unico dominante, ma utilizzare la conoscenza per costruire la realtà che desideriamo e e cercare di essere felici.

Se magari, invece di sentire disgrazie e guardare scenari apocalittici full time costruissimo qualcosa, le cose potrebbero andare sicuramente meglio.

Poi, iniziare a cambiare sé stessi è sempre più costruttivo e sano che cambiare gli altri e non si corre il rischio di essere inghiottiti, senza saperlo, in movimenti di finta opposizione al sistema dominante, che portano avanti solo i finti ideali buonisti dell’élite globalista.

Anche perché, purtroppo, chi si informa coscientemente, è chi ha già intuito l’imbroglio. Le vittime schizofreniche del bi-pensiero, soprattuto nei casi estremi in cui si scagliano contro chi ha un pensiero divergente, sono, a mio avviso, difficilmente recuperabili nel breve termine: continueranno a ridicolizzarci e comprenderanno solo quando ormai sarà, per loro, troppo tardi.

Quindi, ricordatevi di agire!

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